Un film di Billy Wilder
1978

Fedora, una leggenda di Hollywood che non sembra mai invecchiare, si suicida. Quando il produttore Dutch Detweiler, suo amico e confidente, si insospettisce delle circostanze della sua morte, scopre una verità più strana di qualsiasi fantasia hollywoodiana.

FAILURE FACTS
Billy Wilder adattò “Fedora” dall’omonimo racconto scritto dall’ex attore Thomas Tryon nel 1976.
Come sottolineò il critico cinematografico Melissa Anderson, il penultimo film di Wilder “potrebbe essere la controparte di una delle sue opere più celebri, ‘Sunset Boulevard’ (1950). Ma molte delle sue osservazioni pacchiane sulla celebrità e la vanità gli conferiscono una sorta di sordido fascino, quasi una versione più squallida di ‘Hollywood Babilonia’, ripubblicato appena tre anni prima dell’uscita di ‘Fedora’”.

In origine Wilder voleva scritturare Marlene Dietrich nel ruolo di Fedora e Faye Dunaway in quello di sua figlia Antonia, ma Dietrich non accettò la parte perché non amava né il racconto originale né la sceneggiatura. Secondo il libro “On Sunset Boulevard: The Life and Times of Billy Wilder” di Ed Sikov, gli studios Allied Artists abbandonarono l’accordo per la distribuzione del film dopo che era stato proiettato in un evento speciale a New York City e la risposta del pubblico non fu entusiasta. Il film fu preso in carico dalla United Artists che chiese a Wilder di tagliarne 12 minuti. La prima anteprima a Santa Barbara, in California, fu un disastro. A metà film il pubblico cominciò a ridere sguaiatamente nei momenti sbagliati. Scoraggiato dalla risposta e da tutti i problemi incontrati, il regista si rifiutò di fare altri montaggi. Anche se la prima mondiale avvenne al Festival di Cannes nel 1978, nell’ambito di una retrospettiva dedicata all’opera di Billy Wilder, il film ebbe solo un’uscita limitata in alcuni mercati europei e americani con uno scarso investimento pubblicitario. A quanto pare, un irritato Billy Wilder si lamentò del fatto che erano stati spesi “non più di 625 dollari per l’intera campagna di marketing”.

Il feedback della critica fu generalmente positivo e a volte entusiasta. Per esempio, Variety lo definì un “inchino agrodolce al vecchio star system”, mentre il New York Times lo descrisse come “un film all’antica che custodisce una vendetta, un ricordo orgoglioso e appassionato di com’erano i film, e un sorriso amaro per quello che sono diventati. È ricco, maestoso, quasi ridicolo, e anche un po’ folle”. Una sorta di autoritratto di Billy Wilder o forse un epitaffio anarchico scritto dal grande maestro.

Video

Fedora | Trailer